LIBRO “MANUALE DI STORIA DELLE DUE SICILIE” – Edizioni Il Giglio

16,00 

Autori Vari

Manuale di Storia delle Due Sicilie

prima edizione 2023

pagine 152, immagini a colori

€ 16,00

Availability: Disponibile

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Product Description

IL MANUALE CHE NON C’ERA, ORA C’E’

Nell’ampia produzione della nuova storiografia sul Regno delle Due Sicilie e  sull’unificazione dell’Italia mancava un’opera a carattere sistematico sul Regno dei Borbone.

Studiosi, studenti e appassionati di Storia chiedevano da tempo un manuale che comprendesse il periodo tra re Carlo di Borbone e re Francesco II.

L’Editoriale Il Giglio ha voluto rispondere alle richieste con questo Manuale di Storia delle Due Sicilie, al quale hanno contribuito docenti universitari e studiosi di diversa formazione.

Si tratta di un lavoro a più mani, per una storia del periodo borbonico che fuoriesca dagli schemi ideologici, risorgimentalisti o marxisti, e dai luoghi comuni della  divulgazione grazie all’impegno di storici “di professione” e di studiosi di estrazione non accademica.

cinque capitoli nei quali si divide – uno per ciascuno dei Re delle Due Sicilie – sono integrati da schede monografiche, ricche di dati, fatti e personaggi significativi del Regno. Un’ampia bibliografia completa l’opera.

Il Manuale è adatto anche ad essere proposto agli studenti delle Scuole Secondarie, sia inferiori che superiori, come guida per ricerche ed approfondimenti.

Approfondire la nostra storia, recuperandone le verità, è appunto lo scopo di questo libro.

Gli Autori

Miguel AyusoUniversidad Comillas, Madrid
Gianandrea de AntonellisUniversitas Mercatorum, Roma
Elena Bianchini Braglia, presidente del Centro studi sul Risorgimento e gli Stati preunitari, Modena
Gennaro De Crescenzo, docente Scuola Superiore di secondo grado, Napoli
Salvatore Lanza, dottore in Conservazione dei Beni culturali, Napoli
Lucio Militano, ingegnere navale, Rimini
Adriano Nardi, già docente Università Federico II, Napoli
Luciano Rotolo, presidente della Fondazione Francesco II delle Due Sicilie
Carmela Maria SpadaroUniversità Federico II, Napoli
Guido Vignelli, studioso delle Dottrine politiche, Roma

Il brano scelto

Francesco II incarnò perfettamente la concezione della sovranità che i Borbone rappresentarono in quanto legittimi sovrani di un Regno che, fin dalle sue origini normanne, identificava nel Re non il padrone, ma l’amministratore per mandato divino, cui era stato affidato da Dio il compito di amministrare la giustizia e custodire nella pace i popoli.

Il giovane Sovrano borbonico difficilmente usa la parola sudditi, preferendo piuttosto l’espressione “i popoli miei”, oppure “i popoli che Dio mi ha affidato”, e ciò è un indice rivelatore assai significativo delle caratteristiche con le quali il Regnum Siciliae era nato in età normanna e che i successori legittimi rispettarono ed esaltarono, riconoscendone il valore identitario.

Il modello di sovranità che specialmente per Francesco II fu punto di riferimento imprescindibile è quello rappresentato dall’icona collocata nella chiesa della Martorana a Palermo, in cui è raffigurato Ruggero II, fondatore e primo sovrano del Regno, mentre viene incoronato re di Sicilia direttamente da Cristo.

Il sovrano è delegato da Dio per governare i popoli con buone leggi. Il potere non gli è conferito dal Pontefice, né dall’Imperatore, ma ha immediata derivazione divina, perciò il Regno non riconosce altra autorità superiore se non Dio stesso, al quale soltanto è chiamato a rispondere, conformandosi attraverso la condotta dei suoi sovrani ai princìpi evangelici, a cui le leggi devono ispirarsi.

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